mercoledì 27 settembre 2023

Per i popoli del mondo antico il Mediterraneo era "il mare"; non sapevano quasi nulla del grande oceano che si trovava oltre le Colonne d'Ercole. Alcuni dei navigatori fenici più audaci avevano navigato nell'Atlantico, ma per il comune marinaio delle terre mediterranee l'Oceano era una regione sconosciuta, ritenuta un mare di tenebre, dimora di terribili mostri e luogo da evitare. E poi, poiché credevano che il mondo fosse piatto, navigare troppo lontano significava rischiare di cadere nel vuoto.

Ma il Mediterraneo era familiare agli uomini del mondo antico, era la loro strada più conosciuta. In quei tempi antichi, l'Oceano significava separazione, tagliava fuori il mondo conosciuto dal misterioso ignoto, ma il Mediterraneo non divideva; era, al contrario, il principale mezzo di comunicazione tra i Paesi del mondo antico. Il mondo era allora la costa intorno al mare, e prima i Fenici e poi i Greci navigavano avanti e indietro, a nord e a sud, a est e a ovest, commerciando, spesso combattendo, ma sempre in contatto con le isole e le coste. Egitto, Cartagine, Atene e Roma erano gli imperi del mondo mediterraneo; e il nome stesso di Mediterraneo indica la sua posizione: era il mare al "centro del mondo".

In estate, il Mediterraneo è quasi come un lago, con le sue acque calme e il suo cielo azzurro e soleggiato; ma non è sempre amichevole e gentile. I Greci dicevano che era "un lago quando gli dei sono gentili, un oceano quando sono irati" e i marinai che lo attraversavano avevano molte storie di pericolo da raccontare. La costa del Mediterraneo, soprattutto a nord, è interrotta da promontori e da grandi golfi, da profonde insenature e da un mare, soprattutto nella parte orientale nota come Mar Egeo, costellato di isole, che danno origine a forti correnti. 


Queste correnti creavano serie difficoltà ai navigatori antichi e Strabone, uno dei primi scrittori di Geografia, nel descrivere i loro problemi dice che "le correnti hanno più di un modo di attraversare uno stretto". I primi navigatori non avevano mappe o bussole e, se uscivano dalla rotta regolare, correvano il pericolo di essere trascinati da qualche corrente sconosciuta o di naufragare su qualche scoglio nascosto. Di conseguenza, preferivano navigare il più vicino possibile alla costa. Questo era più facile, dato che il Mediterraneo non ha quasi maree, e dato che le prime navi erano piccole e leggere, l'approdo era generalmente una cosa semplice. Le navi venivano portate a riva e tirate a pochi metri dall'acqua, per poi essere spinte di nuovo in mare quando i marinai erano pronti.

Gli spiriti avventurosi si sono sempre rivolti verso l'Occidente e fu verso ovest, attraverso il Mediterraneo, che la civiltà che abbiamo ereditato progredì lentamente. Alla prima civiltà mediterranea viene talvolta dato il nome generale di Egeo, perché i suoi grandi centri si trovavano nel Mar Egeo e nella terraferma adiacente. L'isola più grande dell'Egeo è Creta, e la forma di civiltà che vi si sviluppò è chiamata cretese o minoica, dal nome di uno dei leggendari re del mare di Creta, mentre quella che si diffuse sulla terraferma è chiamata micenea, dalla grande roccaforte dove risiedevano i signori di Micene.

(traduzione da: The Book of the Ancient Greeks, Dorothy Mills, 1925)

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