mercoledì 27 settembre 2023

 Una civiltà che viene dal mare 

Il territorio che noi conosciamo sotto il nome di Grecia è formato dal sud della Penisola Balcanica e dalle isole dei mari che la circondano, il Mar Egeo e il Mar Ionio, nel Mediterraneo orientale. 

Nell'antichità, gran parte di queste regioni era accomunata da eccellenti condizioni di vita: il clima era dolce, la terra fertile, il mare serviva da naturale via di comunicazione. In esse il processo di sviluppo della civiltà mosse dal mare per raggiungere poi la terraferma, ed ebbe il suo centro di irraggiamento in Creta, un'isola situata in una posizione privilegiata: vicina alla Penisola Balcanica come al\' Asia Minore, non molto distante dalla costa fenicia e dal delta del Nilo. 

È naturale che i Cretesi sfruttassero questo vantaggio divenendo molto precocemente degli abilissimi navigatori; dietro questa vocazione marinara vi furono però anche esigenze molto concrete, come quelle legate all'estrema povertà di minerali disponibili sull'isola. I primi contatti regolari con le isole circostanti (Cipro in testa) mirarono proprio a garantire rifornimenti continui di rame; ma la scoperta del bronzo attorno al 2400 a.C. ripropose il problema in forma aggravata, dato che lo stagno (che con il rame formava la nuova lega) era estremamente raro anche presso i vicini. Era necessario battere nuove strade, spingendosi verso paesi più lontani. 

L'isola di Creta, stretta e lunga, si trova in quella che potrebbe essere definita l'entrata del Mar Egeo. Questo mare è costellato di isole che costituiscono dei trampolini di lancio dalla terraferma europea alle coste dell'Asia Minore. Creta volge il suo volto a queste isole e le sue spalle all'Egitto, e gli Egizi, che non viaggiavano molto, chiamavano gli abitanti i "Grandi Uomini di Keftiu", che significa "popolo che sta alle spalle". Erano gli uomini che abitavano al di là di ciò che era familiare agli Egizi.

Il mondo dell'Egeo è molto bello. Le isole emergono dal mare come gioielli che brillano alla luce del sole. È un mondo associato alla primavera, di "erba fresca e nuova, di loto rugiadoso, di croco e di giacinto" (Iliade, XIV), una terra dove sono nati gli dei, ricca di leggende, di miti e di fiabe e, cosa più meravigliosa di tutte, un mondo dove le fiabe si sono avverate. 

Nel 1876 fece il giro del mondo il telegramma di un archeologo che diceva di aver trovato la tomba di Agamennone, re degli uomini e domatore di cavalli, e più tardi, a Creta, furono trovate le tracce del Labirinto dove Teseo uccise il Minotauro. La vanga dell'archeologo portò queste cose alla luce, e un mondo che fino a quel momento era sembrato evanescente, oscuro e irreale uscì improvvisamente alla luce del sole.

(traduzione da: The Book of the Ancient Greeks, Dorothy Mills, 1925)



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